E per gli appassionati di paleontologia non può mancare una visita al Mosasauro di Monte Ceti
Il mistero dell'antico predatore ritrovato
Nel 2010 venne ritrovato un importante reperto fossile nella cava di Monte Ceti, a Novafeltria, che venne conservato nel museo di Cattolica fino al 2012.Il reperto venne restaurato ed analizzato, ed alimentò (insieme agli altri ritrovamenti sulla nostra penisola) la convinzione che durante il mesozoico dinosauri, rettili volanti e incredibili rettili marinari abbiano popolato il nostro territorio.
Peculiarità del Mosasauro di Monte Ceti è quella di essere molto più antico di ogni altro ritrovamento nella zona. L'analisi del cranio data l'origine del fossile ad un periodo compreso tra 90 e 65 milioni di anni fa. Alcune caratteristiche uniche del reperto hanno fornito dettagli fondamentali per identificarlo: il cranio massiccio, denti lunghi fino a 15 cm e mandibole incredibilmente robuste sono tutte caratteristiche di un grande predatore che viveva nel vasto mare che un tempo separava Africa e Europa, ben prima della “nascita” dell’Italia che conosciamo oggi. Un reperto più unico che raro, che certamente fornirà importanti informazioni su un mondo scomparso da milioni di anni.
L'analisi del fossile ha confermato che si trattasse del più grande rettile fossile mai trovato in Italia. I mosasauri erano infatti grandi rettili marini, lontani parenti dei serpenti e delle lucertole, comparsi 100 milioni di anni fa ed estinti – assieme ai dinosauri – 65 milioni di anni fa. I mosasauri vivevano in mare, erano feroci predatori e sotto molti aspetti avevano uno stile di vita simile alle balene e alle orche. Alcuni mosasauri sono, dopo i dinosauri, i più grandi rettili vissuti sulla Terra, con specie lunghe una dozzina di metri e pesanti fino a 10 tonnellate. In Italia, finora, i resti di mosasauro sono relativamente pochi, e rinvenuti in maggioranza in Veneto.
Il fossile ritrovato era un animale gigantesco: lungo dalla punta del muso alla fine della coda più di 11 metri e con una testa lunga un metro e mezzo.
Quello che certamente cattura l’attenzione di questo reperto sono i denti, lunghi fino a 10 centimetri, e possenti (i segni di usura trovati sui resti confermano che si trattasse di un grande predatore in grado di rompere le ossa della preda con il suo morso).
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